Ecologisti della mente

La nostra mente pensante è un grande contenitore, al cui interno vi possono dimorare un\’infinità di pensieri. Le percezioni sensoriali raccolgono informazioni, le quali diventano il \”materiale\” plastico che plasma i pensieri. I pensieri a loro volta, sono coloro che attraggono fortemente la nostra attenzione.

Una volta che i pensieri si vengono a costituire, diventano gli \”oggetti\” che maggiormente coinvolgono la nostra consapevolezza.

Nella stragrande maggioranza delle persone, l\’attrazione esercitata sulla loro attenzione da parte dei pensieri, provoca una sudditanza della consapevolezza, limitandola e vincolandola progressivamente sempre di più. A causa di questa limitazione le persone vengono coinvolte in una serie di pensieri caotici che condizionano fortemente la loro vita quotidiana e le esperienze che essi si trovano a sperimentare.

La cosa migliore da fare è quella di essere dei veri e propri ecologisti dei pensieri, vale a dire di attuare una sorta di smaltimento differenziato dei pensieri che si trovano sul piano della nostra consapevolezza.

Come fare?

Semplice, basta lasciare andare, non seguire con l\’attenzione i pensieri che non vogliamo, che non ci piacciono, che scatenano emozioni poco piacevoli e pensieri pessimistici.

Invece, al contrario, possiamo alimentare, attraverso l\’attenzione, pensieri costruttivi, possibilistici, che ogni qualvolta si presentano sul nostro piano di consapevolezza, lasciano emergere emozioni piacevoli, di serenità e di pace, che ci fanno sognare un futuro ricco di esperienze che vorremmo sperimentare.

Grazie a questa pulizia differenziata della mente pensante, gradualmente ci liberiamo di tutti quei pensieri vincolanti e limitanti, lasciando spazio a quei pensieri che vanno ad ampliare il nostro stato di consapevolezza e ad aumentare le esperienze piacevoli, positive e costruttive che vogliamo.

Allora che aspettiamo, da questo momento impegniamoci a focalizzare l\’attenzione solo sui pensieri che volgiamo e i restanti semplicemente ignoriamoli.

Namasté!

a cura di Davide Riccio