Il tempo è a nostra disposizione

Uno dei fattori che scatenano stati di sofferenza negli esseri umani è l’incapacità di prendersi tempo per stessi. La maggior parte delle persone quando si fermano un attimo a riflettere su questo, iniziano a darsi una serie di giustificazioni, dicendo che la società contemporanea, il tram tram quotidiano, la vita frenetica e così dicendo, sono tutte cause che non permettono di prendersi tempo per Sé.

Sicuramente la società occidentale si trova oggi a vivere andamenti che poco hanno a che vedere con i ritmi biologici che fino a poco tempo fa l’essere umano aveva. Questo inevitabilmente obbliga l’intero organismo ad un nuovo adattamento dei cicli interni.

Ovviamente questo adattamento comporta tutta una serie di problematiche che si ripercuotono sul corpo, sulla mente, sulle emozioni e sullo spirito, ma di questo ne parleremo nei prossimi articoli.  Chi più e chi meno riesce ad attuare un adeguamento psicofisico alle cadenze quotidiane che affronta.

IN REALTÀ IL TEMPO C’È

Abitando su un pianeta inserito all’interno di un cosmo nel quale, a parer condiviso dalla maggioranza degli scienziati, ciò che si è formato nei primi istanti della sua esistenza è lo spazio/tempo, viviamo nella dimensione spaziotemporale e ogni nostra azione si palesa in un determinato spazio e in un preciso momento.

Partendo da questo presupposto si evince che il tempo è a nostra disposizione dal primo momento che abbiamo immesso nei nostri polmoni dell’aria, all’ultimo momento che esaleremo l’espirazione finale.

OGNI ATTIMO È TEMPO A DISPOSIZIONE

Il Dalai Lama dice che ci sono solamente due giorni l’anno dove non è possibile fare qualcosa e sono ieri e domani. Con ciò si deduce che oggi si ha continuamente un opportunità per fare qualcosa, nel presente.

MA COSA POSSIAMO FARE?

Sicuramente una delle prime cose da svolgere e direi anche una delle migliori, è quella di portare attenzione a ciò che si sta compiendo. Quanti di noi mentre svolgono un’attività di qualsiasi tipo, sia essa di lavoro che ricreativa, portano realmente attenzione alla mansione svolta?

PRENDERSI CURA DI SÉ STESSI

Saper accudire Sé stessi è un arte che si può apprendere, basta avere dedizione e determinazione. Si può partire dalla quotidianità senza dover per forza di cose stravolgere la propria vita. Basta iniziare con un atto di consapevolizzazione delle azioni che si compiono.

COME IL RITO DEL TÉ

Nella cerimonia del tè, uno dei più celebri riti Zen, colui che lo prepara è intento, attimo dopo attimo, a rimanere in piena vigilanza mentale su ciò che sta attuando, rendendo ogni gesto carico di consapevolezza, a tal punto da conferire alla bevanda un’aroma difficilmente ripetibile da mani inesperte e soprattutto da persone che non utilizzano vigilanza mentale, pur avendo a disposizione i medesimi ingredienti e dosaggi.

COLTIVARE LA PRESENZA MENTALE

Sicuramente è uno degli atteggiamenti più utili per ottimizzare ogni momento della nostra giornata, qualsiasi cosa facciamo. A tal proposito consiglio un esercizio, semplice e al contempo efficace che potete mettere in atto sempre, dalla mattina alla sera.

Mentre svolgete un’attiva, qualsiasi essa sia, fate questo:

  1. Come prima cosa affermate mentalmente “adesso decido di osservare con perfetta attenzione ciò che svolgo”;
  2. lasciate che tutto ciò che vi circonda esternamente rimanga come sottofondo senza portargli attenzione;
  3. per il momento, nel solito modo, distogliete l’attenzione dal resto del corpo che non sia attivo direttamente nell’azione;
  4. fate così anche con ciò che proviene dalla mente pensante, lasciate liberamente esistere i pensieri che si formano ma non prestate attenzione ad essi, così facendo sono destinati a perdere di intensità e mutare;
  5. lasciate tutto il resto in sottofondo e rimanete in silenzio, ovviamente se in quel momento non state parlando, per ora scegliete un’attività corporea, in futuro vi parlerò di come farlo mentre si è coinvolti in una conversazione;
  6. iniziate a portare attenzione, senza esprimere elucubrazioni di ciò che fate, solamente pura attenzione al gesto che state svolgendo;
  7. rimanete il più possibile su quelle azioni che si susseguono cercando di non rimanere coinvolti dal pensiero delle azioni appena svolte, ma rimanete attimo dopo attimo sui nuovi gesti;
  8. ogni qualvolta vi accorgete di trovare l’attenzione su altro, semplicemente, astenendovi da dare un giudizio o una giustificazione, lasciate andare con calma l’oggetto distraente, anche se continuate a percepirlo non importa, lasciatelo in secondo piano;
  9. riaccompagnate con determinazione ma al contempo gentilezza l’attenzione sul nuovo gesto che state facendo;
    così attimo dopo attimo, rinnovando costantemente l’attenzione;
  10. all’inizio praticate questo per alcuni minuti, fino a quando non sentite emergere insofferenza e stanchezza, in quel momento sospendete e riprendete l’esercizio non appena vi sentirete nuovamente pronti e lucidi.

Praticare la presenza mentale per i novizi può essere particolarmente stancante, perciò non eccedete, procedete a piccole dosi e strada facendo vi accorgerete che inizierete a portare sempre più attenzione ad ogni azione da voi svolta.

Ci sono persone che grazie all’esercizio disciplinato praticano la presenza mentale tutto il giorno, anche mentre dormono. Infatti si dice che gli Yogi non dormo mai ma soventemente riposano.

Come vedete abbiamo appena potuto constatare che è estremamente vero che

ABBIAMO SEMPRE A DISPOSIZIONE IL TEMPO

Fino ad si è parlato delle azioni che si compiono nella giornata, ma ricordiamoci bene che ci sono tante altre occasioni dove possiamo praticare questo esercizio anche quando non stiamo facendo nulla.

Magari qualcuno di voi ora sta pensando che situazioni del genere sono rare, invece ce ne sono più di quanto potete immaginare, come quando attendiamo qualche cosa, ad esempio quando siamo in coda o allo sportello di un ufficio oppure ad un semaforo, o nel bel mezzo del traffico.

Abbiamo un sacco di possibilità a disposizione.

In questi momenti la cosa più opportuna è vedere proprio tali situazioni, che abitualmente la maggioranza delle persone vivono con elevato disagio, come vere e proprie opportunità, una manna dal cielo che arriva per offrirci momenti di inazione. Vederla così ha già un grande effetto positivo sul controllo degli stati emotivi, poiché ad esempio collera o frustrazione non emergono.

Queste situazioni sono vere e proprie possibilità per riposarsi e ottimizzare attraverso il coltivare la presenza mentale durante l’immobilità, in pratica seguite l’esercizio sopra riportato e utilizzate come oggetto di osservazione il vostro respiro senza fare nient’altro, certo è che in questi casi di stasi dobbiamo continuare a tenere sott’occhio il momento in cui dobbiamo ripartire, ma possiamo farlo con calma e consapevolezza.

Ricordiamoci bene che se impariamo a vivere una vita con un atteggiamento di rinnovata curiosità alla scoperta, attraverso la presenza mentale, tutta la nostra struttura psicofisica ne giova incredibilmente, aumenta la consapevolezza di Sé e con essa la Coscienza Spirituale.

Comunque su questo argomento c’è molto da parlare, ma a piccole dosi, poiché come dice un mio carissimo amico non che membro dell’A.S.D. Dharma Gioioso, Luca Migliaccio, è inutile e a volte controproducente riempirsi di nozioni se poi esse non sono messe in pratica e incorporate attraverso l’esperienza.

Saggezza questa che condivido pienamente.

Un abbraccio di Luce a tutti, buona pratica e al prossimo articolo.

Namasté!!

a cura di Davide Riccio